La combinazione Axitinib e Nivolumab ha dimostrato efficacia nel carcinoma renale metastatico
Axitinib ( Inlyta ) in combinazione con Nivolumab ( Opdivo ) ha dimostrato un'efficacia incoraggiante tra i pazienti naive-al-trattamento con carcinoma renale metastatico.
Axitinib offre benefici quando associato agli inibitori del checkpoint immunitario mirati a PD-1, Nivolumab o Pembrolizumab, grazie alla sua breve emivita e al profilo di sicurezza.
La terapia sistemica con inibitori della tirosin-chinasi ( TKI ) in combinazione con inibitori del checkpoint immunitario è diventata standard per i pazienti con carcinoma renale metastatico.
E' stato condotto uno studio di fase 1/2 per valutare l'efficacia e la sicurezza della combinazione di Axitinib, un inibitore TK mirato a VEGF ( fattore di crescita dell'epitelio vascolare ) e Nivolumab, una terapia anti-PD-1, per questa popolazione di pazienti.
La fase 1, che ha incluso pazienti che avevano ricevuto almeno una precedente terapia con inibitore TK, ha seguito un disegno 3+3 per determinare la dose raccomandata di fase 2 di Axitinib.
I pazienti hanno ricevuto da 3 mg a 5 mg di Axitinib due volte al giorno più 480 mg di Nivolumab per via endovenosa ogni 4 settimane.
E' stata definita una dose raccomandata di fase 2 di Axitinib di 5 mg due volte al giorno.
La fase 2 consisteva in due bracci paralleli di pazienti con carcinoma renale metastatico. Uno includeva pazienti naïve-al-trattamento e un altro comprendeva pazienti precedentemente trattati con inibitori TK da soli o in combinazione con l'immunoterapia.
Nel corso del Meeting ASCO GU sono stati presentati i risultati della coorte naïve-al-trattamento.
Tutti i pazienti avevano carcinoma renale metastatico con qualsiasi componente a cellule chiare, con malattia misurabile e performance status ECOG di 0 o 1.
I pazienti idonei non avevano una storia di malattia autoimmune e nessuna metastasi cerebrale nota o sintomatica.
I pazienti hanno ricevuto Axitinib alla dose raccomandata di fase 2 più Nivolumab per un massimo di 2 anni.
Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) mediante valutazione dello sperimentatore è servito come endpoint primario. Gli endpoint secondari includevano la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), la sopravvivenza globale ( OS ) e la sicurezza.
I ricercatori hanno arruolato 44 pazienti ( età mediana, 65 anni; range, 56-72; 84.1% uomini; 95.5% bianchi ) da quattro Centri. Il 75% aveva uno stato di prestazione ECOG di 0.
La classificazione del gruppo di rischio secondo i criteri IMDC ( International Metastatic RCC Database Consortium ) ha classificato 18 pazienti ( 40.9% ) come rischio favorevole, 23 pazienti ( 52.3% ) come rischio intermedio e 3 pazienti ( 6.8% ) come rischio sfavorevole.
Un paziente che si è ritirato dallo studio è stato escluso dall'analisi di efficacia ma incluso nell'analisi di sicurezza.
Dopo un follow-up mediano di 11.5 mesi, è stato riportato un tasso ORR del 59.5% ( IC 95%, 43.3-74.4 ).
Un paziente ( 2.4% ) ha ottenuto una risposta completa, 24 ( 57.1% ) hanno ottenuto una risposta parziale, 16 ( 38.1% ) hanno dimostrato una malattia stabile e 1 ( 2.4% ) ha mostrato una malattia progressiva. Ciò equivaleva a un tasso di controllo della malattia del 97.6%.
La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata pari a 16.4 mesi ( IC 95%, 10.2-21.2 ), con tassi di sopravvivenza PFS stimati del 60.8% ( IC 95%, 43.2-74.5 ) a 12 mesi e del 25.3% ( IC 95%, 10.2-43.7 ) a 24 mesi.
La sopravvivenza mediana globale non è stata raggiunta; tuttavia, i ricercatori hanno riportato stime di sopravvivenza OS dell'87.1% ( IC 95%, 68.7-95.1 ) a 12 mesi e del 69.4% ( IC 95%, 43.5-85.2 ) a 24 mesi.
Il profilo degli eventi avversi del regime è apparso coerente con i dati pubblicati per altre combinazioni di immunoterapia più inibizione della tirosin-chinasi.
Gli eventi avversi di grado 3 più comuni includevano: ipertensione ( 41.5% ), diarrea ( 9.8% ), aumento dell'alanina aminotransferasi ( 7.3% ), colite ( 7.3% ) e proteinuria ( 7.3% ).
Nessun paziente ha sperimentato un evento avverso di grado 4 o 5.
E' stata riportata una dose media giornaliera di Axitinib di 8.21 mg. 24 pazienti ( 54.5% ) hanno richiesto riduzioni della dose di Axitinib.
9 pazienti ( 20.5% ) hanno interrotto Axitinib a causa di eventi avversi e 8 pazienti ( 18.2% ) hanno interrotto Nivolumab per lo stesso motivo. ( Xagena2022 )
Fonte: ASCO Genitourinary Cancers Symposium, 2022
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